domenica 19 aprile 2009
Trashware: il riutilizzo dei computer dismessi per finalità sociali
Quando per la prima volta, ormai più di sei anni fa, sentii parlare di Trashware
fui subito affascinato dall'idea che si potesse recuperare dei computer che erano stati buttati e riutilizzarli per finalità sociali. L'idea era venuta probabilmente ad alcune persone che andavano costituendo una piccola associazione all'interno della canonica di una chiesa di un sacerdote da sempre attivo tra la gente: Don Renzo
Da quella che era l'anima costitutiva sarebbe nato il Golem e da quelle discussioni fu stilato un documento che prese il nome di Trashware Howto
La rete fa circolare rapidamente le buone idee e quella geniale idea di poter fare qualcosa per gli altri con cose apparentemente inutili si allargò rapidamente.
Quello che permette di poter dare una nuova vita a computer obsoleti è il software libero ( GNU/LINUX in primo luogo).
Spesso si fa confusione tra gratuito e libero, ma questa sarebbe una trattazione che porta via troppo spazio per inserirla in un post. Comunque solo col software libero si può far trashware per 2 principali motivi.
Macchine vecchie e utilizzatori privi di risorse economiche, come sono quelli a cui vengono destinati i computer riportati a nuova vita dalle varie associazioni presenti in Italia, non possono permettersi di pagare il costo di una licenza di software proprietario per il sistema operativo e vari programmi di utilizzo comune. D'altronde non sarebbe nemmeno giustificabile o tollerabile che per fare " un'opera buona" si piratasse del software commerciale. ( purtroppo mi è capitato qualche volta insegnanti dire che per il bene dei loro scolari copiano i programmi ).
Poiché l'alternativa gratuita e libera esiste non è concepibile che si debba infrangere la legge quando gli strumenti esistono e con la rete diffusa sono a portata di chiunque.
Il secondo fondamentale motivo è che il software libero di per se è estremamente manipolabile. Si può pertanto trovare la miglior configurazione possibile, che si adatti a quel computer o all'ambito di destinazione del computer. Anche macchine vecchie avranno sempre la possibilità di funzionare. Spesso quando si passa ad un sistema operativo superiore o a programmi più nuovi, l'hardware viene meno alla sua capacità di lavoro e inevitabilmente questo determina la necessità di comprare nuovi computer anche se quelli vecchi sono stati utilizzati per una minima capacità della loro potenziale esistenza. In definitiva il trashware esiste e può essere fatto solo ed esclusivamente perché esiste il software libero. Pertanto é su questo ( Linux in primo luogo) che si deve porre l'attenzione, sui diversi ambiti di uso e sulle infinità di applicazioni sviluppate, o in fase di sviluppo.
Dopo aver letto queste premesse, credo che a molti verrà in mente che qualche anno prima avevano buttato un vecchio computer in cantina, forse perché non funzionava oppure perché troppo lento. Ora è la coperto di polvere.
Ma se il Trashware ha così tante potenzialita' perché non portare il computer ad una di queste associazioni.
Purtroppo anche se teoricamente, a scopo didattico tutto può essere fatto funzionare, oppure una macchina può avere ancora componenti riutilizzabili, nella pratica se il computer che si ricava non ha delle prestazioni di utilizzo soddisfacente non può avere un utilizzo pratico . E le prestazioni devono essere più elevate quanto più sono piccoli i bambini che li andranno ad utilizzare ( i bambini piccoli cominciano a smanettare rapidamente se il programma non da loro subito una risposta) e quanto più lontano geograficamente andranno a finire. Quest'ultimo punto può sembrare un controsenso ma c'è una logica dietro questo. Prima o poi arriverà una fine fisica per ogni computer. Se io mando una macchina buona in quelli che vengono chiamati paesi in via di sviluppo , forse durerà loro parecchi anni , ma se io mando un computer con parecchi anni di lavoro sulle spalle, probabilmente appena arriva a destinazione è già da buttare. Non ho quindi fatto un'opera di valore sociale, ma mi sono semplicemente sbarazzato di un rifiuto , in un paese dove vigono meno regole che da noi.
Pertanto se avete voglia di donare una macchina a qualcuno che porta avanti progetti di recupero assicuratevi che il vostro computer sia funzinante dal punto di vista hardware.
Queste associazioni non si occupano di rifiuti, che hanno una normativa molto severa, ma possono ritirare solo i computer non ancora classificati come rifiuti e che abbiano almeno queste CARATTERISTICHE MINIME
Faccio un esempio per chiarire meglio. Se io ho dei vestiti vecchi ,ma buoni, dismessi perché non sono della mia misura o perché passati di moda posso donarli ad una associazione perché ne faccia buon uso. Ma se io porto loro degli stracci, logori, sporchi o rappezzati non faccio certo un bel regalo , ma piuttosto do un peso ulteriore ad altre persone che devono , magari smaltirli a loro spese. Provate a rapportare l'esempio ad un computer.
Concludo questo lunghissimo post, invitando a pensare per un attimo come potrebbe essere diverso il nostro modo di utilizzo delle tecnologie informatiche se provassimo a far uso di software libero. Ci sono valide ragioni per provare LINUX e si può farlo anche senza installarlo. Basta scaricare ( legalmente ) da internet una distribuzione live tipo questa , masterizzarla, metterla nel vostro computer prima di accenderlo. Si avvierà un sistema operativo funzionante senza toccare quello preesistente ed i dati che sono sul vostro computer. Avrete modo di vedere come funziona un sistema fatto del contributo di tante persone sparse in tutto il mondo, che nemmeno si conoscono e che hanno accettato di condividere parte del loro lavoro e della loro esperienza. Un modo un po' strano, forse, di pensare e di vedere il mondo. Un modo forse anche contrario a chi vede in un paese che produce tanti rifiuti, un paese in crescita economica. Ma siamo veramente sicuri che sia positivo buttare ogni tre anni un computer ?.
Etichette:
golem,
linux,
software libero,
trashware
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento